La tripofobia o paura dei buchi, è una fobia che coinvolge molte più persone di quanto si pensi, infatti, online e sui social media non è insolito trovare persone che se ne lamentano o gruppi di confronto o di supporto, infatti, data la diffusione di questa problematica oggi esiste addirittura un sito web interamente dedicato alla tripofobia. Scopriamo di più su questa patologia psicologica e su quali sono i sintomi e possibili rimedi.
Tribofobia: cos’è la paura dei buchi?
Quando si parla di tripofobia s’intende la paura dei buchi, ma più nello specifico è un disturbo che terrorizza chi osserva dei pattern che si ripetono tra di loro, come i buchi o i fori che tra di loro si presentano molto ravvicinati o profondi. Ad esempio, alcuni fiori, le spugne, gli alveari e così via…
La tripofobia fa sì che nel momento in cui si vedono queste immagini dal vivo oppure dal PC si avverta una forte sensazione di malessere, il desiderio di voler “scappare” da quella immagine e una paura non indifferente che causa disagio, ansia e molto disgusto.
Queste sensazioni sono enfatizzate ancora di più quando i pattern che vedono dei fori e buchi ravvicinati tra di loro vedono la fuoriuscita di qualcosa come ad esempio: semi oppure insetti.
Quali sono le cause della tripofobia?
Non c’è una risposta univoca alle cause della tripofobia. Infatti, alcuni studi scientifici sottolineano che una reazione di difesa inconscia e di tipo istintivo, ereditata dagli antenati, nei confronti di pattern con fori ravvicinati tra di loro presenti su animali o all’interno di cavità che potevano nascondere dei pericoli.
La tripofobia, in altri casi, è correlata a una sensazione di repulsione e fastidio nei confronti di parassiti, virus e di malattie infettive. Anche se questa patologia è molto diffusa, non avendo delle cause ben delineate in realtà non è ancora riconosciuta in modo ufficiale come un disordine di tipo psichico e per questo motivo non compare nel Manuale di Diagnostica dei Disturbi Mentali.
Dunque, fino a quando non ci saranno nuove evidenze scientifiche e studi intorno al problema della tripofobia, questo campo rimane comunque molto dibattuto e anche coinvolto da numerose ipotesi sulle eventuali cause che possono portare le persone a soffrirne.
Quali sono i sintomi?
Come tutte le patologie che incidono a livello psicologico causando una fobia, i sintomi che si manifestano alla vista di questi pattern specifici come fori, buchi e geometrie ravvicinate tra di loro, sono tipiche e riscontrabili anche in coloro che soffrono di altre fobie.
Nel caso della tripofobia si ha un timore morboso e una repulsione nei confronti delle immagini. Queste però innescano dei sentimenti nocivi che vanno dalla paura, agli attacchi di panico, sudorazione fredda, battito cardiaco accelerato, forte sensazione di nausea, mal di testa, vertigini.
Quali sono i principali interventi per riuscire a guarire?
Dato che non compare nel Manuale di Diagnostica dei Disturbi Mentali in realtà non c’è un percorso specifico di guarigione. Essendo però una fobia, in genere i professionisti, adottano delle strategie terapeutiche pensate appositamente per riuscire a curare i pensieri fobici e le paure irrazionali.
La prima terapia che si può fare è quella d’esposizione e di desensibilizzazione che serve a trattare la tripofobia e tutti gli stimoli fobici che portano la persona che ne soffre ad avvertire dolore, nausea, sudorazione a freddo, ansia e paura.
La terapia di tipo cognitivo-comportamentale è un’altra soluzione che permette di combinare insieme sia le tecniche comportamentali sia quelle cognitive al fine di poter andare a modificare il circolo vizioso che innesca la fobia.
Grazie a questa terapia si possono imparare le principali tecniche di autocontrollo delle emozioni che sono in grado di ridimensione la sensazione di paura e di ansia.