Impianti dentali zigomatici, in quali casi sono consigliati e quali sono i rischi

Non sempre è possibile procedere con la classica implantologia dentale: talvolta, il paziente presenta osso insufficiente per l’innesto ed una severa atrofia muscolare. In tal caso, entrano in gioco gli impianti dentali zigomatici, una moderna tecnica di implantologia immediata che permette di inserire protesi fisse senza aggiungere osso mascellare.

Gli impianti zigomatici, come suggerisce il nome, vengono innestati sull’osso zigomatico (ovvero l’arco osseo della guancia) con una tecnica simile alla cosiddetta All on Four. A differenza di questa tecnica, 2 dei 4 perni sono inclinati per ottenere una trazione e stabilizzare la protesi fissa (provvisoria e definitiva).

Attraverso la TAC Cone Neam (tomografia assiale computerizzata a bassa emissione di radiazioni), gli specialisti analizzano altezza e spessore dell’osso sull’arcata superiore per individuare parti di osso residuo su cui agganciare gli impianti. Dopo aver ancorato nell’osso malare i 4 impianti in titanio (che fungono da radice dentale artificiale), si può applicare la protesi provvisoria da mantenere per 3 mesi circa. Prima di inserire la protesi definitiva, bisognerà aspettare l’osteointegrazione completa, la cicatrizzazione della gengiva e dei tessuti.

In quali casi sono consigliati gli impianti zigomatici? Si corrono rischi?

Impianti dentali zigomatici: quando sono consigliati

Gli impianti dentali zigomatici rappresentano l’alternativa ideale all’innesto osseo per i pazienti che presentano atrofia ossea avanzata. Con questo sistema si evita l’innesto osseo nell’arcata superiore che, oltretutto, difficilmente è in grado di ripristinare un’anatomia sufficiente. Al contrario, l’osso zigomatico non si deteriora per via dell’età, della mancanza di denti o di patologie del cavo orale.

Gli impianti zigomatici registrano un’elevatissima percentuale di riuscita dell’intervento, si riducono i tempi rispetto alla protesi fissa, i costi, il disagio post-operatorio con possibilità di carico immediato (lo stesso giorno dell’intervento).

Gli impianti dentali zigomatici sono consigliati quando:

  • È impossibile effettuare chirurgicamente la ricostruzione ossea;
  • Non si può ottenere un’osteointegrazione corretta;
  • Lo spessore dell’osso non è sufficiente per consentire l’innesto del classico impianto dentale;
  • Non sono presenti nell’osso sufficienti basi di ancoraggio per consentire un normale impianto dentale.

E’ possibile realizzare impianti zigomatici a persone sane di tutte le età, anche a soggetti con riassorbimento dell’osso mascellare di tipo naturale o traumatico.

Un impianto zigomatico può durare fino a 15 anni, tutto dipende dalle condizioni di salute del paziente e dal rispetto delle buone regole di igiene orale.

Impianti dentali zigomatici: controindicazioni

L’innesto di impianti zigomatici è controindicato in caso di:

  • Patologie cardiache, infarto recente, cardiomiopatie, grave insufficienza cardiaca;
  • Tumore;
  • Alcune malattie delle ossa, psichiatriche e immunologiche;
  • AIDS;
  • Trattamenti immunosoppressivi;
  • Trapianto d’organo in attesa;
  • Età inferiore ai 18 anni (bisogna attendere la crescita completa delle ossa mascellari);
  • Diabete;
  • Consumo eccessivo di alcol e tabacco;
  • Gravidanza.

Questo tipo di impianto è sconsigliato anche in caso di:

  • Quantità di osso insufficiente;
  • Certe malattie del rivestimento della bocca;
  • Malattia paradontale con allentamento (bisognerà pulire le gengive e stabilizzare la malattia);
  • Bruxismo e malocclusione;
  • Scarsa igiene orale.

Impianti zigomatici: effetti collaterali, rischi e complicazioni

Dopo l’intervento, si possono manifestare i seguenti effetti collaterali temporanei:

  • Dolori e gonfiore al volto;
  • Sinusite e mal di testa;
  • Alterazione della sensibilità dei denti;
  • Costipazione;
  • Osteointegrazione non riuscita;
  • Infiammazione e sanguinamento.

L’impianto zigomatico può portare ai seguenti rischi e complicazioni:

  • Parestesia del nervo zigomatico;
  • Infezione post-operatoria (rara) dei tessuti molli e dei seni che si può evitare con l’assunzione di antibiotici;
  • Perimplantite;
  • Ematomi o emorragie (non gravi);
  • Lesioni del nervo sensoriale del labbro e del mento con conseguente riduzione della sensibilità (non paralisi). Il disturbo è reversibile con un trattamento adeguato;
  • Rigetto, vale a dire non integrazione dell’impianto che può manifestarsi nelle settimane o mesi successivi all’intervento (anche dopo più di un anno). Succede raramente, visto che il materiale utilizzato è il titanio, generalmente ben tollerato. In tal caso, bisognerà rimuovere l’impianto zigomatico. Tuttavia, l’impianto potrebbe essere riposizionato e, in molti casi, il secondo tentativo ha successo.

Author: Redazione

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